Lo scorso 29 giugno in svariate città italiane si sono date azioni diffuse di boicottaggio di Granarolo in sostegno attivo alle lotte condotte dai lavoratori delle cooperative della logistica che ad essa fanno capo. Un’occasione per attaccare immagine e profitti di un’azienda che dietro la retorica del cooperativismo, della partecipazione e della responsabilità sociale riserva ai propri addetti condizioni di lavoro e retribuzioni degne dell’Inghilterra vittoriana.
Ora dopo un’estate di tira e molla e blandizie da parte del colosso caseario è più che mai importante essere tutt* in campo per ottenere – oltre che il rispetto degli accordi del tavolo prefettizio strappato dopo tante lotte – il reintegro degli scioperanti e il ripristino di tutti i diritti usurpati da Granarolo, di condizioni di lavoro dignitose e dei salari stornati con cavilli e contratti capestro.
Per questo facchini e solidali si sono nuovamente presentati al Centro Lame di Bologna, dando vita ad un corteo interno all’ipermercato comunicante le ragioni della mobilitazione, sanzionando i prodotti Granarolo ed invitando gli astanti a boicottarli, e rivendicando la continuità del proprio percorso con la grande giornata di ribalta collettiva del 19 Ottobre romano. Tanti i prodotti Granarolo rimasti invenduti su scaffali, frigoriferi e bancali, tanta la solidarietà dei presenti e tanta la determinazione ad assediare l’azienda a tutti i livelli della sua catena distributiva finché giustizia non sarà fatta.
Qui di seguito i comunicati dei Si Cobas e del Laboratorio Crash
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
COMUNICATO SI.COBAS SULLA VERTENZA GRANAROLO – COGEFRIN
Gli accordi vanno rispettati tanto più quando vengono siglati nell’ambito di un tavolo istituzionale come quello attuato dalla Prefettura di Bologna. Su tale presupposto il Si.Cobas e i lavoratori da esso rappresentati per quanto concerne la vertenza “Granarolo e Cogefrin” si sono astenuti da azioni di lotta nel periodo di tregua previsto dall’accordo. La stessa serietà non è stata dimostrata dalle aziende coinvolte nell’accordo, in particolare Legacoop che mente sapendo di mentire. Che l’accordo del 3 luglio sia stato disatteso lo sottolinea la stessa prefettura nel documento prodotto il 2 ottobre firmato dalla stessa legacoop ” Il prefetto evidenzia che sul fronte occupazionale gli impegni assunti sono stati disattesi; infatti a fronte dell’impegno ad assumere entro il 30 settembre 13 lavoratori, le unità di personale effettivamente ricollocate sono state solo 2″ .
Ciò avveniva il 2 ottobre e ad oggi 26 ottobre, le unità ricollocate risultano essere 9, mentre in base all’accordo del 3 luglio i lavoratori ricollocati dovevano essere 2 entro il 31/7/2013 da parte di Ctl ; 2 entro il 31/08/2013 da parte di Logima ; 4 da parte di imprese associate a Legacoop più 5 nell’ambito appalto Hera entro uil 30/09/2013 + 10 da parte di Legacoop entro il 31/10/2013. Per i restanti 28
lavoratori entro il 30/9 si doveva inoltre ragionare del percorso di ricollocazione e ciò non è evidentemente avvenuto.
ll 2 ottobre il Si.Cobas convocato alla prefettura di Bologna prendeva atto di un ulteriore proroga richiesta dalla prefettura per verificare che “entro la seconda metà di ottobre l’avvenutra ricollocazione dei lavoratori che dovevano essere assunti entro la data del 30/09/2013”.( i primi 13)
Non solo Legacoop si trova inadempiente anche a questa ulteriore proroga ma rilascia a mezzo stampa false dichiarazioni sullo stesso accordo, operazione che risulta offensiva per la dignità di 51 lavoratori che ricordiamo sono stati licenziati in seguito ad uno sciopero. Si sottolinea inoltre come le difficoltà per questi lavoratori aumentino a causa di una c.i.g che sebbene sia stata firmata non è ancora stata percepita in nessuna forma da parte dei facchini che si trovano insieme alle loro famiglie senza i sostentamenti economici a cui avrebbero diritto.
Per tali ragioni il Si.cobas e i lavoratori della logistica ad esso aderenti si sono concentrati ad assediare a Bologna lo stabilimento Ctl/Granarolo nel giorno dello sciopero nazionale del 18 ottobre. E continueranno a mobilitarsi con le proprie forze affinchè gli accordi non verranno integralmente rispettati per quei 51 facchini che hanno evidentemente la colpa per il colosso cooperativo emiliano di essersi mobilitati pretendendo il rispetto dei propri diritti e della propria dignità di persone.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Il Laboratorio Crash è ancora una volta al fianco dei lavoratori della Granarolo e della Cogefrin in lotta contro le multinazionali dello sfruttamento . Dopo tre mesi di scioperi, picchetti, assedi e boicottaggi la lotta dei facchini sostenuti da altri lavoratori, studenti, precari e collettivi aveva portato i colossi cooperativi a siglare un accordo al tavolo prefettizio. Accordo che “piegava la cooperazione emiliana “ ad un percorso di ricollocazione dei facchini licenziati (sic!) in seguito all’esercizio del loro diritto di sciopero”.
I lavoratori consapevoli che l’accordo fosse un riconoscimento parziale dei propri diritti insieme al loro sindacato Si.Cobas avevano cmq accettato di firmarlo minacciati dalla perdita della Cig e quindi della possibilità di un sostentamento economico.
Passata la tregua estiva la lotta dei facchini della Granarolo è ripresa di fronte all’arroganza del colosso caseario e della sua rappresentante LegaCoop cooperative dello sfruttamento che credono di poter fare ciò che vogliono non rispettando nemmeno gli accordi da loro stessi firmati.
Cooperative che utilizzano la forza lavoro dei migranti nel disprezzo dei loro diritti, sfruttandoli finché c’è da guadagnarci per poi gettarli in mezzo ad una strada quando non servono più o quando protestano . Cooperative come scafisti senza alcuno scrupolo di fronte alla possibilità di un guadagno.
Nei mesi di lotta di sono stati gli scioperi, i picchetti, gli assedi difronte ai cancelli della Granarolo a far aumentare la presenza di solidali e sempre più far crescere una mobilitazione e forme di solidarietà in tutta Ialia ai facchini in lotta, una soggettività indisponibile a subire in silenzio licenziamenti e a pagare ancora di più la crisi e le sue politiche di austerity.
E’ per questo che rilanciamo la campagna Boicotta Granarolo che già nei mesi precedenti aveva ottenuto con successo molta solidaretà , chiedendo di non comprare più nessuno prodotto a marchio Granarolo e sue controllate. E’ stata una campagna che viralmente si è diffusa in tutta italia, non solo tramite i social network, ma con azioni di boicottaggio da parte di singoli e realtà solidali, direttamente nei centrii commerciali di mezza italia da milano a palermo, da modena a napoli, da caserta a pisa, da firenza a torino ecc…
Continueremo nella lotta con le campagne di boicottaggio e con gli assedi al fianco di questa soggettività che il 19 ottobre insieme alle migliaia di occupanti di case di tutta italia, alle popolazioni resistenti contro la Tav in Val di susa e del Muos a Niscemi, a chi lotta per la propria salute contro la costruzione di discariche ed inceneritori, a tutti quei precari ,disoccupati, migranti schiacciati e uccisi dalla crisi, ha assediato i palazzi del potere riunendo la forza di tutte queste lotte nel rifiuto delle criminali e disumane politiche imposte dall’austerity verso le fasce più deboli delle popolazioni.
Dal 19 ottobre un vento nuovo soffia in tutta italia rivendicando case reddito e dignità per tutti e tutte, e soffia con forza anche qua a Bologna dentro i magazzini dello sfruttamento della Granarolo e di tutta la logistica.
Da oggi il Laboratorio Crash! Invita tutti e tutte quelle/i che vogliono sostenere la lotta dei lavoratori Granarolo a continuare la campagna di boicottaggio contro la multinazionale dello sfruttamento.
Oggi qui a Bologna la campagna si materializza nuovamente alla IperCoop Lame e saremo al fianco dei facchini in lotta fino a quando la battaglia per il reddito e la dignità non sarà vinta.