da infoaut.org
Il primo giugno in contemporanea al corteo dei facchini indetto dal sindacato S.I.Cobas e dal Laboratorio Crash, che si terrà a Bologna da piazza Nettuno alle 15h, invitiamo ad aderire alla campagna di boicottaggio lanciata dal blog http://scarichiamogranarolo.noblogs.org/ organizzando iniziative di informazione e lotta contro la Granarolo. Sarà l’occasione per chi non può venire a Bologna al corteo, per partecipare alla giornata di lotta e universi agli operai al grido di “siamo tutti facchini!”
I facchini in appalto alla Granarolo non possono più scioperare. Non solo a causa della gravissima limitazione imposta dal parere della Commissione di Garanzia sugli scioperi, ma anche perchè in questi giorni sono stati tutti raggiunti dal più grave dei provvedimenti, il licenziamento. Puniti per aver scioperato, puniti per aver raccontato pubblicamente le condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposti.
Pugno di ferro quindi da parte della Granarolo verso i 41 facchini che hanno osato ribellarsi. Pugno di ferro che si è avvalso anche della complicità delle istituzioni.
Sollecitata dalla Prefettura la Commisione di garanzia sugli scioperi ha individuato in questo settore un servizio pubblico essenziale.
Definire un settore della produzione servizio pubblico essenziale significa concretamente sottoporre ad una serie di limiti le proteste che si svolgono al suo interno.
Se latte e stracchino diventano un diritto fondamentale a cui la collettività non può rinunciare (e già qui il teorema ci sembra folle) la gravità dell’asserzione peggiora quando ad essere tutelato con tanta cura dovrebbe essere un operatore privato in un regime di libera concorrenza.
Chi non mangia lo stracchino Granarolo rischia davvero in termini di salute?
L’enunciazione di questo presunto organismo istituzionale super-partes diventa evidentemente un ulteriore presa di posizione politica che interviene a negare la legittimità del diritto di sciopero.
La partita non si gioca più evidentemente solo verso i facchini ex-Granarolo ma in generale verso le lotte che sino ad ora si sono sapute caratterizzare con tanta radicalità nel mondo della logistica. Per questo anche giovedì mattina i facchini sono tornati davanti ai cancelli della Granarolo insieme ai tanti colleghi, giunti anche dall’Ikea di Piacenza e insieme ai solidali che sin dall’inizio della lotta sono stati al loro fianco. Tecnicamente non è più uno sciopero ma nella sostanza è la stessa lotta, che non si presenta indebolita ma rafforzata. Gli stessi protagonisti che crescono di numero con le stesse modalità fatte di picchetti e blocchi delle merci.